Dire, fare, dare

Vi scrivo mentre rispondo ai tanti, tantissimi e graditissimi auguri di compleanno e accendo le candeline. Sì, oggi aggiungo un giro alla mia vita, come fanno i tronchi degli alberi, o i collezionisti: un altro esemplare di qualcosa che amano, che curano, che conservano e assume di anno in anno più valore. Ecco, siamo i collezionisti della nostra esistenza. Momento dopo momento, compleanno dopo compleanno, costruiamo il nostro mondo…anche quando il mondo -quello vero, quello grande- cade a pezzi.

Non mi è facile, in questo aprile 2022, ignorare quello che succede al di là dei confini della mia sfera personale: i miei affetti, il mio lavoro, i miei desideri, anche solo i miei capricci e la voglia di fare un brindisi o una festa che stridono con le immagini e le notizie che ci piovono addosso dall’Ucraina, e ci stravolgono.

Così, provo a dare spazio a tutto, alla gioia come al dolore. E forse è proprio questo che siamo chiamati a fare oggi, a mettere insieme, a stare insieme, a vivere ciò che siamo nella compassione di chi sono gli altri e di quello che affrontano.

Ogni giorno cerco un equilibrio impossibile  tra ciò che la mia piccolissima vita mi chiama a fare e ciò che richiede la mia anima: stai facendo abbastanza, mi domando. E mi sembra di non farlo mai e che dovrei essere altrove, fare di più, aiutare di più, sensibilizzare, scrivere, raccontare, ospitare, sfamare, sostenere… Ma poi ci sono le cose quotidiane: le incombenze domestiche, gli appuntamenti di lavoro, quel vestito che vorresti comprare, la piega ai capelli, il weekend al mare…Come si fa? Si fa che si prova a essere se stessi, e al meglio. Senza dimenticare nessuno anzi ricordandosi che siamo qui, su questo pianeta, per un momento breve o lungo, e che ognuno di questi momenti è un’occasione di vita, qualunque cosa la vita sia e cioè gioia e dolore, luce e tenebra, risate e lacrime, unione e solitudine, sole e luna, alto e basso, grande e piccolo… e che tutto passa dal cuore, sempre. E che ognuno di noi, forse, può solo vivere fino in fondo ciò che l’universo lo chiama a fare, anche se ci pare insignificante. Perché, alla fine, un significato c’è. E lo troveremo.

Così, vi aspetto giovedì 12 aprile ore 21 alla nuova biblioteca comunale di Magnago (Mi) e, se vorrete, in Provenza dal 13 al 15 maggio, sulle tracce di #quattrotazzeditempesta -per dettagli e prenotazioni, scrivete qui.

Intanto, viviamo ciò che siamo, pur nelle contraddizioni. Perché da lì, forse, verranno le risposte.

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