I miracoli delle donne

Non sono una fanatica delle giornate per: la donna, i bambini, l’acqua, la terra, i nonni, l’amore… Forse perché ritengo che tutti i giorni siano per, e dipenda in buona misura da noi.

Eppure oggi sento l’esigenza di celebrare l’8 marzo che, per quanto mi riguarda, ha segnato un anno fa l’inizio della clausura milanese in casa mia. Sola. In compagnia della lavastoviglie, del frigo, della lavatrice, della tv. Sì, anche dei libri e della cyclette, di Netflix e delle mie piante. Ma soprattutto degli elettrodomestici perché, per la prima volta, ho davvero dovuto usarli quotidianamente.

L’esistenza è diventata una serie di carico e scarico di panni e piatti, di scorte di alimenti, di passate di aspirapolvere. Insomma, ho fatto la casalinga, io che dalla casalinghitudine sono sempre fuggita lontanissima, simbolo della donna che pensavo di non voler essere -e non sono.

Invece è stata una lezione. E non di economia domestica, ma di “addomesticamento” a stare con me e a soddisfare le necessità più basic: nutrirmi, lavarmi, vestirmi (comoda), pulire e organizzare lo spazio dove sto. Insomma, una vita ai minimi…che mi ha dato la possibilità di vivermi in una modalità inedita, senza fronzoli, e di aprire poi casa agli altri (il fidanzato, i pochi e selezionati amici e parenti) con una naturalezza e una ricchezza mai sperimentate, nell’accoglienza e nell’essenzialità.

Mi rendo conto che la mia è una situazione di privilegio: niente bambini o adolescenti in DAD da seguire, niente ruoli matrimoniali da interpretare, nessun altro in smart working a parte me che sono in smart working da anni e quindi stra-allenata. Un privilegio che oggi, per tornare all’8 marzo, mi permette di onorare i valori fondanti della femminilità: l’accoglienza, appunto, la capacità di nutrire, di riempire gli spazi e plasmarli, di scegliere e restituire tutto in una forma differente, elaborata e migliore. Insomma, di trasformare.

Così oggi auguro a me e a tutte le mie “sisters” (madri, figlie, sorelle, amiche, nipoti, cugine, colleghe…) di continuare a essere le donne che siamo o possiamo. Capaci di trasformare il ferro in oro. E di fare anche i miracoli.

P.S. Da oggi oltre che su Instagram e Facebook, mi trovate anche su ClubHouse @rottamatta.

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