Il giro buono di gennaio
Ben ritrovate sirene, albe e tempeste. Ben ritrovate in un gennaio stranito come siamo tutti noi, un gennaio che, quest’anno, non porta con sé la consueta frenesia di un inizio, ma piuttosto la determinazione di “restare” nel cambiamento, per vedere come va a finire….
Personalmente ho iniziato l’anno con una brutta caduta, una di quelle che ti rimettono in piedi. Perché a quello servono le cadute, a farti trovare la forza e a volte anche la gioia di rialzarti e di riconfermare che ci sei, che non sei spacciato, che ce la fai e ce la vuoi fare. Anche se ti sei fatto male.
Ecco, così voglio vivere questo 2021, scegliendo ogni giorno di alzarmi e, come dice Petar ne #lacirconferenzadellalba, rinnovare ogni giorno l’abbonamento all’esistenza. Qualunque futuro abbia in serbo.
Intanto, sto facendo i conti col passato. Proprio come Giorgia nel romanzo, sto svuotando anche io la mia Villa Carla. E non è affatto semplice lasciare andare qualcosa (e qualcuno) che ami. Fa malissimo. Dentro quelle pareti che non rivedrai e alle quali mai più ti appoggerai, c’è passata una vita, la mia. E quella delle persone che ne hanno fatto parte.
Ho sempre avuto una strana attrazione per le case. Le vorrei abitare e arredare tutte. Averne una in ogni luogo. E soprattutto, non dovermene mai separare. E mi rendo conto adesso, scrivendovi, che forse è così che ho sempre vissuto: cercando di occupare più case possibili, vivere più vite, non perdermi mai nulla e soprattutto nessuna presunta possibilità, salotto, panorama, luogo.
Invece. Invece ogni tanto la vita ti dà lo sfratto. Ti dice “ehi, qui non è più posto per te”. E forse ha ragione, perché è tempo di fare spazio per altro. Se non svuoti, non puoi riempire.
Su questo -ma non solo- mi sto arrovellando per il prossimo romanzo… che presto leggerete, e, come sapete, ogni vostra riflessione, domanda, critica sono per me preziosissime. Quindi scrivetemi, ditemi come state e come state affrontando questo gennaio, di quante case avete bisogno e quante stanze state aprendo, rinnovando, chiudendo, svuotando.
E poi aiutatemi: mandatemi le citazioni dei miei libri che vi sono rimaste più impresse. Quelle che magari avete sottolineato, o avete copiato, dedicato, stampato. Vorrei raccogliere le “nostre” parole e farle girare.
What comes around, goes around mi ha ricordato una volta un guaritore a Bali: quello che c’è, ritorna; quello che semini, raccogli; quello che fai, gira e poi torna a trovarti (o a colpirti). Insomma, c’è il karma. Ma il karma lo alimentiamo noi.
Perché se quello che seminiamo è buono, ci tornerà buonissimo. E quelle case che stiamo lasciando con amore, forse ci torneranno ad accogliere. E saranno più comode.
Buon anno!
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