La doppia vita di Sofia
Oggi vi porto a Sofia, capitale della Bulgaria. Insieme a D di Repubblica, che mi ha chiesto di scrivere la mia storia, o meglio la sua: quella di una città con due anime e due vite. Perfettamente incastrate l’una nell’altra.
Se Sofia fosse una donna e non la capitale delle Bulgaria la si potrebbe descrivere come una novella Cenerentola enigmatica e affascinante, indecisa se calzare una vistosa pump tacco dodici o una più comoda sneaker.
Un piede, due scarpe. Una per cavalcare Vitosha Boulevard e Pirotska street, brulicanti di negozi, store internazionali e locali aperti dall’alba..all’alba, l’altra per andare a zonzo tra i mercatini di memorabilia sovietica e icone dipinte a mano (davanti alla cattedrale Aleksandr Nevskij), i numerosi parchi (uno su tutti, Borisova Gradina) e le chiese di ogni fede.
Nonostante sia la terza città più antica d’Europa dopo Atene e Roma, Sofia ha tutta l’aria di un’adolescente in rapida trasformazione.
Smessi i panni e gli edifici rigorosi e monotoni dell’ormai lontano regime sovietico, ha adottato nuovi colori, forme, soluzioni e soprattutto abitudini. Senza rinunciare del tutto alla sua identità storica, singolare e insieme multiculturale, frutto di una lunga e felice combinazione di Est e Ovest radicatasi nell’estremità sud-orientale d’Europa, a un passo dalla Turchia.
Se la cattedrale neo-bizantina Aleksandr Nevskij lievita come una torta, la moschea Banya Bashi incanta con i suoi affreschi, a poche centinaia di metri dalla sinagoga, la terza europea per grandezza, e dalla preromanica Rotonda di San Giorgio. Tutte convivono sotto lo sguardo sensuale della statua in bronzo e rame di santa Sofia: di santità non ha nulla, però, dal momento che la capitale deve il suo nome alla divina sapienza (sofia, dal greco) e non alla martire cristiana del II secolo.
Tra design hotel emergenti (Sense) e alberghi che contano più collezioni d’arte dei musei (Anel e Grand Hotel Sofia), ristoranti cosmopoliti (Chef’s , Cosmos ) e le specialità enogastronomiche del vecchio mercato coperto o Tsentralni Hali, gallerie d’artista e piazze sempre più animate, la nuova Sofia balla al ritmo travolgente del migliore remix.
Ma sono le fontane di acqua termale che zampillano davanti alla moschea il vero meeting point: i locali ne fanno letteralmente il pieno tra sorsi, thermos e bottiglie, i turisti di ogni latitudine la assaggiano, insieme alla città.
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