La nuova vita di Lady Jolie

Il settimanale Grazia mi ha chiesto di raccontare la nuova vita amorosa di Angelina Jolie, la quale parrebbe aver accettato la corte di Mr. Garrett Hedlund, attore che ha già lavorato con e per lei.

Qui (e lì, sulle pagine del numero adesso in edicola) vi racconto quello che so. E quello che avevo intuito quattro anni fa, quando con e per Angelina ho fatto la comparsa. Accanto a Brad Pitt.

Bello, biondo e dice sempre sì: questo il ritratto, in sintesi, del nuovo, chiacchierato, lover boy di Angelina. Si chiama Garrett Hedlund, ha 33 anni -9 in meno di lei, e 20 in meno dell’ex marito Brad Pitt –e pare aver fatto breccia nella fortezza sentimentale di lady Jolie. Garrett Hedlund, attore che, proprio con la Jolie, ha conquistato nel 2014 il ruolo di protagonista del film da lei scritto e diretto Unbroken, sarebbe la nuova “fiamma” dell’attrice, regista, produttrice, ambasciatrice umanitaria e top woman tra le 100 più influenti del pianeta.

Di lui, a lungo partner della collega Kirsten Dunst, dicono che sia il giovane sosia di Brad Pitt, con il quale aveva recitato in Troy nel lontano 2004 nei panni di Patroclo, cugino di piè veloce Achille. In effetti, lo sguardo ceruleo e malandrino, la zazzera bionda e il sorriso spaccone del primo Brad Pitt ci sono tutti, ma pare che Hedlund abbia conquistato la Jolie con le sue parole e una corte incessante di email.

Dal 2016, del resto, i Brangelina non esistono più. Nonostante la loro platinata famiglia multietnica, multi-allargata e multi-generata (sei figli, di cui tre adottivi e tre naturali) e il matrimonio più romantico della recente storia di Hollywood nel loro castello francese di Miraval, Angelina Jolie e Brad Pitt si sono separati come tante coppie meno glam, meno milionarie, meno famose. E, come tanti, cercano entrambi di rifarsi una vita, o, almeno, di continuare quella che hanno come possono e come riescono, nuovi flirt inclusi.

Quando incontrai i Brangelina a Gozo nel 2014, sul set di By the Sea, dove mi coinvolsero nelle riprese come comparsa, ero una “bradpittiana” convinta. Sua fan da sempre, non mi sembrava vero di poter recitare al suo fianco. Ma quando smontai dal set, ero tutta dalla parte di Angelina. Perché? Perché era lei che teneva in piedi tutto: il film, la troupe, il cast, la famiglia, la coppia.

Tutto girava intorno a lei e tutto girava grazie a lei. Faceva la regista, la protagonista, la moglie, la mamma. Recitava e intanto dava la buonanotte a Maddox; controllava sul monitor i filmati del giorno e intanto consolava la piccola Vivienne con un cono gelato; si preoccupava che noi comparse non prendessimo freddo, e intanto contava il numero di noccioline e di bicchieri di Diet Coke che ingurgitava il marito, nelle pause tra un ciak e l’altro.

Una vera wonder woman. Anzi, una vera woman e basta. Capace di assumere ruoli, decisioni, responsabilità e rischi, come quello di concedersi, oggi, un toy boy.

O meglio, un amore anagraficamente più giovane. Perchè il termine toy boy (e toy girl) ha fatto il suo tempo da tempo, come dimostrano –solo per citare alcuni esempi-il presidente francesce Emmanuel Macron, 40 anni, e la first lady Brigitte, 64,  Shakira, 41 anni, e Gerard Piqué, 31, Eva Mendes, 44, e Ryan Goslin, 37, Julianne Moore, 57, e il marito Bart Freundlich, 48…

Più di tutto, la love story di Angelina dimostra che l’empowerment femminile sta cominciando a trasformare anche il settore minato del cinema internazionale, colpito, negli ultimi mesi, dal ciclone #metoo. Se una donna, grazie alle sue indiscutibili doti professionali, può conquistare prestigio e potere quanto un uomo, e può diventare “the boss”, allora è naturale che eserciti fascino e fascinazione nella propria cerchia, specialmente su chi, a quella professione, si avvicina con la speranza di giungere presto in cima alla classifica.

In un gioco di ribaltamenti degli stereotipi sessuali, Hedlund è “il pupo della boss”. E va bene così.

Sul fatto che la Jolie sia una tosta, di rare inibizioni e molte azioni, non vi sono dubbi. Pochissime altre donne avrebbero mollato Brad Pitt con la chiarezza e la coerenza con cui l’ha fatto lei. Pochissime sarebbero rimaste in silenzio, lontane dai riflettori, dai gossip e dalla tentazione di commentare i flirt veri o presunti dell’ex coniuge ora a cuore libero. Soltanto una manciata avrebbero vissuto come lei sinora: libera, autonoma, riservata e testarda. Capace di realizzare i propri sogni, indipendentemente da compagni, mariti e fidanzati, come fa nei film, impersonando tante “donne coraggio” contro tutto e contro tutti (da Tomb Raider a Changeling, Salt, The Tourist, Maleficent…).  Si è sempre presa chi e cosa voleva, senza paura di dire di no. Ha detto stop persino al cancro, infliggendosi una radicale mastectomia e ovarectomia piuttosto che dare alla malattia –la stessa che ha ucciso la madre Marchelin Bertrand -la possibilità di colpirla.

Della sua popolarità, non ne ha mai fatto un vanto ma uno strumento per dare ad altre donne nate in situazioni svantaggiate (Cambogia, Thailandia, Sierra Leone, Tanzania, Ciad, Kosovo, Pakistan… ) prospettive di salvezza e di riscatto in qualità di ambasciatrice di Buona Volontà per UNHCR con il suo carisma di bella ex dannata. Quello che ha conquistato milioni di fans. Quello di cui è rimasto piacevolmente vittima Garrett Hedlund, novello e giovane Brad Pitt. Perché anche il sex symbol più amato di tutti i film, prima o poi, deve cedere armi e passo. Anche il marito perfetto, prima o poi, diventa noioso. E Wonder Angelina può tollerare tutto, tranne la noia.