Se il tè va in mostra

Ha lo sguardo duplice e selvaggio la pantera nera che da quest’anno diventa il simbolo del nuovo NOIR IN FESTIVAL in programma da giovedì 8 a mercoledì 14 dicembre in Lombardia, prima a Como e poi a Milano, e non più tra le nevi di Courmayeur (Ao), con un’anteprima d’eccezione per la consegna del Raymond Chandler Award a Roberto Saviano (il 7 dicembre al Teatro Sociale di Como) e una chiusura a sorpresa giovedì 15 (all’auditorium di IULM) con la finale del game Fight Cult dedicato al film noir italiano degli anni 2000.

In quegli occhi, indiretto omaggio a Cat People di David Bowie (ma anche di Paul Schrader e Jacques Tourneur) c’è il caleidoscopio delle sfumature in cui si rispecchia il nuovo profilo del festival, attento a tutte le contaminazioni e le mutazioni del genere tra cinema, letteratura, televisione e graphic novel, storia e cronaca.

Personaggio emblematico di questa evoluzione è sicuramente Tim Burton, il più imprevedibile e geniale tra i maestri che attraversano il genere come una “favola nera” in cui si specchiano sogni e incubi dello spettatore contemporaneo. A lui il festival rende omaggio quest’anno con una serata speciale nel segno di Miss Peregrine.

Molti i grandi ospiti attesi per la prossima edizione. Tra i primi confermati: Adriano Giannini e Pascal Bonitzer, Dario Argento e Gabriele Salvatores, Gianrico Carofiglio e Carlo Lucarelli, Pino Insegno e Vinicio Marchioni, Jean François Richet e Johnnie To, Mai Jia e Donato Carrisi, Massimo Carlotto e Jesper Stein, Maurizio De Giovanni e Claudio Amendola

Voluto dall’Associazione Amici di Como, che dalle nevi di Courmayeur lo ha accompagnato nella “Città dei balocchi”, sulle rive del lago, dove 90 anni fa debuttava Alfred Hitchcock e poi ridisegnato a Milano grazie all’impegno di IULM, il Noir in Festival vive una nuova vita dopo aver festeggiato lo scorso anno i suoi primi 25 anni di successo.

Otto i film in concorso quest’anno, cui si aggiungono tre eventi fuori concorso, due cortometraggi d’autore, tre programmi retrospettivi (in collaborazione con la Cineteca Italiana) e un’iniziativa speciale ideata con Istituto Luce – Cinecittà dedicata alla cronaca nera in Lombardia e completata dalla presentazione del nuovo lavoro di Gianfranco Giagni, Le scandalose.

Quindici gli scrittori protagonisti delle conversazioni quotidiane in programma a Como e a Milano con molti dei protagonisti della scena editoriale del momento, cui si aggiungono una mattinata dedicata ai giornalisti-scrittori tra cronaca e romanzo e gli incontri con i finalisti del Premio Giorgio Scerbanenco che dal 2016 giunge a Milano, nella patria adottiva del fondatore del noir italiano. Le atmosfere del film noir classico si rispecchiano poi nelle sei immagini della mostra Acque scure (IULM – The Bridge) realizzata dall’artista milanese Pietro Finelli su cui esce in questi giorni il libro-catalogo “Infinite Drawings” (Mimesis Editore).

Otto i film italiani degli anni 2000 per i quali (o contro cui) si batteranno le otto squadre di Fight Cult, il contest ideato da IULM per i giovani spettatori del nuovo millennio.

Quattro i luoghi del Festival: a Como lo splendido Teatro Sociale; a Milano lo IULM 6, lo Spazio Anteo e lo Spazio Oberdan della Cineteca Italiana.

Tra i film più attesi spiccano la seconda prova da regista di Claudio Amendola, Il permesso. 48 ore fuori con Luca Argentero, il thriller di Johnnie To Three, il Mel Gibson vendicatore solitario di Blood Father, i nuovissimi Iris di Jalil Lespert con Romain Duris e Charlotte Le Bon e Wulu , versione africana e nerissima di Scarface. Ma altrettanta attesa c’è per l’anteprima di tre serie-evento di Sky Atlantic come Quarry (dai romanzi di Max Allan Collins, ormai fenomeno di culto oltre oceano), The Fall con The Fall con Gillian Anderson, (giunta alla terza stagione) e il francese Le Bureau des Légendes, di Eric Rochant con Mathieu Kassovitz e dal “faction” The Killing Season proposto da Crime+Investigation e ideato da Alex Gibney. E l’ultimo film del festival, un’anteprima mondiale assoluta, sarà il degno sigillo della prima edizione della nuova era.

Alla pantera è ispirato infine il nuovissimo premio per il cinema, il Noir Award, creato per l’occasione da Jakub e Krzysztof Bednarski le cui opere saranno esposte dal 7 dicembre al Museo MAXXI di Roma nella mostra “L’arte differente: Museum of Contemporary Art Krakow”.

NOTE E MARGINE (MA NEANCHE TROPPO)

Ci hanno chiesto spesso perché il maggiore festival di genere nel panorama italiano lascia Courmayeur subito dopo aver festeggiato i suoi primi 25 anni. C’è una ragione pratica – la divergenza di priorità tra le strategie di promozione della Valle d’Aosta e la coerenza di una manifestazione fatta di spettacolo e ricerca culturale – e c’è una ragione profonda: è tempo che il modello festival si rinnovi e che nelle sue linee-guida il pubblico, un nuovo pubblico, torni ad essere protagonista. Dunque ha senso superare la formula del “festival di charme” per una sfida totalmente nuova che fa del territorio metropolitano la sua scena e dell’Università il suo punto di riferimento. Immaginare un nomadismo strutturale e una mutazione di pelle che si riflette sui contenuti, è del resto caratteristica profonda del genere noir, esprime bene quell’inquietudine, quella vocazione al rischio e al brivido che generazioni di lettori e spettatori hanno eletto a punto di riferimento, proiettandovi sogni e incubi che affondano nell’inconscio collettivo e nel disagio sociale.

Cosa racconterà allora il nuovo Noir in Festival? Siamo partiti da alcune certezze come la data nel calendario, i film, i libri, i personaggi, la formula interdisciplinare che hanno costruito negli anni la nostra unicità. Ma su questa pianta abbiamo cominciato ad operare degli innesti che anticipino la trasformazione in atto. Se Daniele Brunati, immaginifico patron della Città dei Balocchi e “anima” dell’Associazione Amici di Como e Roberto Cassani, presidente dell’Associazione albergatori di Como, non avessero tanto insistito perché l’avventura del Noir 2016 partisse dalle rive del lago dove nel 1925 debuttava Alfred Hitchcock con The Pleasure Garden, oggi racconteremmo una storia diversa. E se Gianni Canova (che porta l’esperienza e lo spirito innovativo di IULM nel Comitato Direttivo) non avesse avuto l’intuizione di pensare l’Università come motore propulsivo e luogo di costruzione di un nuovo pubblico, molto del senso del nostro lavoro di prospettiva andrebbe disperso. Grazie a queste due fondamentali collaborazioni abbiamo potuto disegnare un percorso che è una sfida e un salto in avanti. E alla nostra proposta hanno aderito in tanti, con straordinaria generosità. Ci piace ringraziare l’Associazione Albergatori e il Consorzio Como Turistica, il Milano Film Network che ci ha accolti con calore e disponibilità, l’Istituto Confucio di Milano con cui festeggiamo un vero autore da best seller come Mai Jia, la Cineteca Italiana con cui avviamo un ricco programma comune e lo Spazio Anteo che entra tra i nostri partner, l’Università dell’Insubria che collabora al nostro programma di formazione, i nostri tanti media partner (a cominciare da Sky fino al canale tematico C+I). Ma in primis alla Direzione Generale Cinema che promuove il Festival fin dalla prima edizione riconoscendolo tra le eccellenze italiane, all’Istituto Luce – Cinecittà e alla SIAE, al Comune di Como che ci sostiene e garantisce il patrocinio così come il Comune di Milano e la Regione Lombardia.

Il Noir in Festival 2016 sarà, grazie a tutti i suoi partner, alle case editrici, alle distribuzioni e produzioni, agli amici, soprattutto una grande festa dell’intelligenza e della scoperta. Ne sono simbolo a Como la stupenda scenografia cittadina in chiave fantasy, che riflette una nuova sensibilità del festival, e a Milano il game Fight Cult, realizzato dagli studenti della IULM da un’idea di Gianni Canova, e dedicato ai film noir italiani contemporanei. Passione, scoperta, comunità e attenzione alle generazioni future saranno le parole chiave del nostro lavoro fin da quest’anno. Per un gioco da giocare con grande serietà ma anche da vivere come una continua sorpresa.