Che fretta c’era, benedetta primavera
Amo la primavera da sempre. Da quando sono nata in un giornata di inizio aprile. Capodanno, secondo me, andrebbe posticipato a marzo o ad aprile. Perchè è da lì che tutto (ri)comincia. E ogni anno io festeggio a modo mio, secondo le mie regole della rinascita. Primo, via le calze. Dopo il solstizio di primavera, non le indosso più. Piuttosto gelo, ma le calze le metto e le butto via. Secondo, compro un mazzo di fiori. Tulipani, per lo più, o giacinti. Terzo, faccio la lista dei buoni propositi per l’anno nuovo. Quarto, faccio un viaggio. Cambio aria. Quinto, mi faccio un regalo e mi faccio fare regali, perchè sul compleanno non si scherza: va festeggiato. E pure bene.
Tra i regali di questo capodanno primaverile, c’è un mandala indiano, ovvero il rosario tradizionale induista. Ce n’è anche di buddisti, di tibetani, di cinesi. Ne ho parecchi e li indosso come gioielli. Quello indiano conta 108 grani, che è un numero sacro e simbolico, sulla cui valenza non mi dilungo ma approfondirò, giuro. Li ha infilati tutti l’amica Giorgia Gargiulo, che, con il marchio Emily21, realizza gioielli originali fatti a mano. Quest’anno ha lanciato una collezione di mala in legno di ulivo, purificato nella luce della luna piena, cristallo e fili di seta.
Dice che sono di buonaugurio. E sicuramente lo saranno. Il mio, in particolare, vanta una corniola, la pietra della vitalità, dell’ottimismo, della stabilità e della concretezza. La corniola, mi ha detto un’amica cristalloterapista, è associata al II° chakra, situato all’altezza dell’ombelico, che più di tutti gli altri, rappresenta la vita ed il nucleo della forza vitale, fisica e psichica.
Ritenuta probabilmente l’emblema della vita oltre la morte, gli antichi egizi usavano inserirla nelle tombe con lo scopo principale di accompagnare i defunti nell’aldilà e per propiziare e celebrare la nuova vita. Insomma, il simbolo perfetto per celebrare la stagione, la mia nascita a distanza di decenni, e la voglia di lanciarmi in nuove sfide, che sarete le prime a conoscere. Ma anche per ringraziare di essere arrivata fino a qui: a sradicare rami secchi e piantare nuovi semi, aspettando i frutti. Buona benedetta primavera.
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