A casa di Trump
Ci siamo. Il 20 gennaio è arrivato e pure passato. E a Trump sono state consegnate le chiavi della casa più ambita del pianeta, la Casa Bianca. A breve, vi si trasferirà con armi e bagagli. O forse no. La legge non lo obbliga a risiedere a Washington, tra le mura candide del Campidoglio, ma la prassi è “caldamente” consigliata per due ragioni: The White House è il simbolo degli Usa e lì la security è più che assicurata.
Quanto agli arredi…beh, il neo eletto è libero di cambiare le tende, i mobili e il celeberrimo tappeto dell’Oval Office. Fermo restando che alcuni cimeli e pezzi d’arredo hanno un valore inestimabile e sono quotidianamente accuditi da uno speciale team di curators. Può scegliere anche quadri e opere d’arte che ogni museo degli Stati Uniti sarà felice di prestare per tutta la durata della presidenza. Quanto all’intonaco…beh, su quello ci si deve accordare. Ogni first family ha il diritto di dare il colore che preferisce al terzo piano della Casa che dovrebbe essere bianca, ma il pantone deve essere approvato dal Committee For the Preservation of the White House.
Ogni presidente, poi, ha diritto di portarsi i propri “hobbies”. proprio così: Eisenhower costruì nel 1954 la sua personalissima buca da golf per allenarsi, Kennedy la piscina, Truman una sala da bowling, Obama un campo da basket. E Trump? Forse un altro campo da golf, o una passerella per modelle…
Il cinema, invece, c’è: una sala privata per proiezioni e anteprime personalizzate.
Ma attenzione: vivere alla Casa Bianca costa. Hillary Clinton, quando il marito Bill terminò il suo mandato, dichiarò di essere al verde. La Casa Bianca, infatti, non è un resort all-inclusive. Se l’alloggio è gratuito e garantito, il vitto non lo è. Così come non lo sono tutta una serie di servizi accessori quali lavanderia, parrucchiere, articoli per igiene personale, e soprattutto il guardaroba.
Detto questo, raramente un presidente gira con i contanti in tasca. Di sicuro non lo faceva Kennedy. Di solito, affida a qualcuno di fiducia il suo portafoglio. Obama? Il suo cassiere è stata la moglie Michelle. La stessa che contava attentamente i giorni di vacanza. Non c’è limite alle ferie di un presidente, ma è vero che sono pochi, alla fine, i giorni di vero relax.
Obama ne ha contati 217, George Bush 533, Bill Clinton 174. Quanti ne conterà Donald Trump? Lo sapremo nelle prossime puntate di Casa Trump.
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