Due sirene contro la nostalgia del mare

Questa settimana Grazia in edicola pubblica una mia riflessione sul mare e sul perchè lo amo al punto da aver scelto di viverci accanto, anzi in mezzo, come racconto nel mio nuovo romanzo di cui vi anticipo qualche dettaglio… Perchè le vacanze sono vicine. E ci sono nuove mete da esplorare ma soprattutto nuove modalità di viverle. Per esempio con un bel ritiro Yoga o Digital Detox… proprio come in Due sirene nel bicchiere!

Al B&B delle Sirene Stanche – quattro stanze su un’isola del Mediterraneo nascoste dietro a un portone turchese, una cucina sempre in movimento e una grande terrazza sul mare – non si arriva per caso. Non è in nessuna guida turistica né lo si prenota tramite agenzia di viaggio: bisogna scrivere una lettera e motivare la propria richiesta, e poi attendere che una busta azzurra con il simbolo di una sirena giunga a confermare il soggiorno.

Lo sanno bene Eva, Jonas, Olivia, Lisa e Lara, i cinque ospiti che approdano sull’isola per una vacanza detox che promette di rimettere in forma corpo e anima, e di aiutarli a trovare le risposte che cercano.

Ad accoglierli ci sono Dana, trentadue anni e la voglia di migliorare la vita di tutti con i suoi celeberrimi centrifugati bio, e Tamara, artista di mezza età che ama il mare, il silenzio e la solitudine del suo atelier. Insieme gestiscono la locanda offrendo corsi di yoga, arte e cucina accompagnati da chiacchiere e relax, lontano da cellulari e tecnologia.

Tra giornate di sole, avventure e una nottata drammatica che tiene tutti con il fiato sospeso, gli ospiti del B&B trasformeranno la loro vacanza in una tregua necessaria in cui riscoprire chi sono e chi vogliono diventare, perché “quello che succede è l’unica cosa che sarebbe potuta accadere” e “il momento in cui avviene è sempre quello giusto”.

È questa, in breve, la trama del mio ultimo romanzo Due sirene in un bicchiere (Feltrinelli, €15,00), ambientato sull’isola di Gozo, nell’arcipelago di Malta, dove abito da qualche anno. “Se non si è mai stati, se pure per qualche momento, tutt’intorno circondati dal mare, non si può avere il concetto giusto del mondo”, scriveva infatti Goethe. E oggi vale anche per me. Da donna di pianura e di città, mi sono trasformata in un’isolana, e sperimento i pro e i contro di una vita vista mare. Come le mie protagoniste Tamara e Dana, ho provato “a mettere radici nelle onde”, ma sono loro, le onde, ad aver messo radici in me. Infatti, soffro di quella che ho battezzato “maritudine”, ovvero la passione per il mare e l’impossibilità di farne senza.

Non sono la sola, a giudicare da quanti, d’estate, scelgono le destinazioni balneari per le proprie ferie.  In Italia, sono il 71,6 per cento per una media di dieci, preziosissimi giorni, in cui allineare le aspettative di fuga dalla quotidianità lungo la battigia.

Lo fanno anche i personaggi del romanzo. Si prendono una vacanza da se stessi e prenotano un ritiro di yoga e detox au bord de l’eau. Si chiamano “vacanze esperienziali”, e uniscono abbronzatura, relax e voglia di condividere con altri, appunto, un’esperienza: yoga, climbing, tribal dance, recitazione, meditazione, walking… A queste, si aggiungono i ritiri digital detox, ovvero quei soggiorni che aiutano a disconnettere anima, cuore e cervello dal wi-fi e dalla valanga di notifiche, messaggi, avvisi e mail che riceviamo costantemente, per sintonizzarla su altri “canali”, primo tra tutti il silenzio.

E dove se non su una manciata di sabbia e roccia in mezzo al mare? A Gozo, se ne occupa www.goingozo.com, il tour operator nato per rispondere alle nuove esigenze di fuggire dalla routine ma anche di fare gruppo e partecipare a un progetto comune, seppur momentaneo.

Sono sempre di più le persone, donne in particolare, che per motivi, età e ragioni diverse, si ritrovano sole ad affrontare il tempo delle vacanze e ne approfittano per fare un reset della propria esistenza e ricaricarsi. A loro mi sono ispirata per le mie “personagge”: Olivia, neo-separata arrabbiata e delusa; Lara, power-woman in carriera terrorizzata dai legami; Lisa, che non riesce più a reggere il peso delle bugie che si racconta, e Vera, ossessionata dalla ricerca della maternità…

Come spiego in Due sirene in un bicchiere, “Tutti, prima o dopo, hanno bisogno di una locanda della tregua. Di un luogo che accolga quello che ci portiamo addosso: ferite, sensi di colpa, rimpianti, disperazioni, dolori, indecisioni, rimorsi, perdite, paure. Un posto dove il tempo si fermi accanto a noi per sostenerci, senza sfidarci, incolparci o incalzarci. Dove non ci sono ieri e nemmeno domani. Soltanto una lunga riga di oggi, di adesso, di ora in poi”.

Buone vacanze. E buona lettura… davanti al mare.