Effetto Kate

Ha smussato il carattere del marito. Lavora per riavvicinare i duchi di Sussex emigrati in America. E sta riprendendo gli incarichi ufficiali. La principessa Kate Middleton, dopo le cure per un tumore, è tornata in pubblico. Qui e su Grazia in edicola, voglio spiegarvi perchè è insostituibile.

Un gesto, si sa, vale più di mille parole e dissipa milioni di gossip. E Catherine Elizabeth Middleton, 42 anni, dodicesima principessa del Galles, lo sa bene. Anzi, lo ha imparato bene dalla migliore maestra di “sovranità”, ovvero la compianta Queen Elizabeth (21 aprile 1926 – 8 settembre 2022), la quale si è espressa più nei fatti che nei detti, nei suoi lunghi settant’anni di regno.

Così, le è bastato apparire nel Royal Box di Wimbledon -e sugli schermi del mondo- qualche settimana fa, per dire tutto. E cioè che sta finalmente meglio e che, dopo la durissima prova del cancro che l’ha colpita e costretta alla chemioterapia, è pronta a tornare in autunno sulla scena mediatica e istituzionale; che la famiglia è il suo miglior supporto e il suo baricentro -con lei c’erano la figlia secondogenita princess Charlotte, 9 anni, e la sorella Pippa Middleton, 40 anni-, e che è amatissima come mai prima dai suoi sudditi e non soltanto. L’affettuosa standing ovation che l’ha accolta e le fotografie che hanno fatto il giro dei social e della rete hanno dimostrato che è lei, oggi, il simbolo di questa monarchia post-elisabettiana: una monarchia che rilancia, nonostante le ali incrinate da una serie di eventi infausti, primo tra tutti il tumore di re Charles III -ora fortunatamente in ripresa-, la stanchezza della regina Camilla e lo shock di William affondato due volte in questo 2024 dalle contemporanee e preoccupanti condizioni di salute del padre e della moglie, le pretese repubblicane, la crisi post-Brexit, le elezioni che hanno spazzato via, in pochi mesi, il premier Rishi Sunak ed eletto Keir Starmer, le continue “sparate” oltre oceano dagli esuli di Montecito, ovvero gli ex duchi di Sussex Harry e Meghan…

Kate Middleton è riuscita a governare il timone nella tempesta che ha sconvolto la sua vita e quella della Royal Family.

Proprio lei, la commoner senza una goccia di sangue blu, ha saputo e sa tracciare il cambio di rotta della dinastia Windsor. Non a caso re Charles III ha elogiato genuinamente e pubblicamente in più occasioni la sua beloved daughter in law, la sua adorata nuora, per il coraggio e la “tenuta” umana e insieme regale: è questa la combinazione che ha permesso alla principessa di affacciarsi alle telecamere in prima persona, mettendo a tacere le speculazioni per comunicare senza intermediari e comunicati ufficiali la sua battaglia contro un cancro aggressivo e inaspettato, ma anche le sue ansie di madre, moglie e figlia. Di donna che si scopre fragile ma decide, su questa fragilità, di costruire la sua forza e di incoraggiare altri malati alla speranza. E, per la prima volta da quando è entrata a far parte della famiglia reale, di parlare a cuore aperto con il suo popolo.

Del resto, in poco più di un decennio dal suo matrimonio con l’erede al trono d’Inghilterra, ha saputo rassicurare e assicurare al regno il futuro, navigando sempre più sicura e disinvolta nelle acque incerte della transizione: tre figli in linea di successione (George, 11 anni, Charlotte, 9, Louis, 6) e mai un passo falso, un errore di protocollo, uno scandalo. Semmai la conferma costante del rigore con cui si è assunta gli oneri e gli onori del suo ruolo, il senso di responsabilità, il mix di empatia e ragionevolezza che ne fanno e faranno la sovrana ideale.

Come conferma anche il biografo Robert Jacobson nell’ultima biografia Catherine principessa di Galles (Rizzoli) adesso in libreria, la principessa è una straordinaria “tessitrice” di (buone) relazioni. Si è spesa nel ricucire i rapporti spesso turbolenti tra William e il padre, tra William e la nonna, tra William e Camilla. Non ha un carattere facile suo marito, 41 anni. Descritto come brusco nei suoi modi, spesso testardo e permaloso, il primogenito di Charles e della compianta Lady D ha trovato nella moglie la sua miglior alleata e consigliera. Sarebbe stata lei a sostenerlo nel dialogo sempre più intimo con King Charles III, a convincerlo ad includere Camilla tra i suoi affetti nonostante sia stata la “rivale” di mamma Diana, a spingerlo infine a trasferirsi ad Anmer Hall vicino a Sandringham e alla regina sua nonna, sempre più anziana, sola e ormai accecata dal mieloma, a non portare i figli con lui in elicottero, salvaguardando così la successione e la Corona. Sarebbe stata ancora lei ad adoperarsi nel tentativo di sanare la frattura con i Sussex negli Usa ed Harry in particolare, che pure l’ha attaccata duramente nel suo best seller The Spare, incolpandola addirittura di aver innescato più di un litigio con la cognata Meghan Markle.

Peacemaker la chiamano i media britannici e non da ieri: Kate “porta la pace” e tutti i giornali, i più popolari come i più colti, lodano il suo ruolo di ago della bilancia nelle complesse dinamiche della Royal Firm. Ma non c’è pace senza regole, e Catherine ha dettato le sue chiare e forti, e ancora prima delle nozze: a casa Wales -così, con questo cognome, sono stati registrati a scuola i baby Royals com’era accaduto in passato per William e Harry – non valgono i capricci ma valgono gli abbracci e la normalità di una vita all’aria aperta e di una quotidianità che sia più common possibile, come quella che lei stessa ha vissuto prima di diventare membro della Royal Firm. Soprattutto vale il modello Working Royal 9-5 per lei e suo marito: principi in servizio dalle nove alle cinque, genitori negli altri orari. Anzi, semplicemente Kate&Will. Insieme da oltre vent’anni, sin dai tempi del college. Nella buona e nella cattiva sorte.

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