Forty e forti

Le cose e le domande non capitano mai per caso. Infatti, qualche giorno fa, l’amica e collega giornalista Michaela Bellisario mi ha scritto, pregandomi di rispondere a un’intervista sui miei primi 40 anni. Anzi, i miei secondi, perchè gli “anta” per me sono già iniziati e stanno volatilizzandosi rapidamente… Sostiene, Michaela, che i forty di oggi sono i thirty di ieri. Quindi, niente paura, ragazze: abbiamo quarant’anni ma ne dimostriamo trenta. Soprattutto siamo glam: belle, appagate, creative, in movimento.

Così ho risposto (e qui sotto troverete le mie parole), e non senza fatica, perchè non è mai facile dire di sè, soprattutto quando gli interrogativi scavano sul fondo del cuore e non in superficie.

Tra le domande, quella sul mio cambio-vita e sul mio trasferimento a  Gozo, lo scoglio maltese sul quale vivo da ormai tre anni, e dove ho fondato il portale www.goingozo.com

Poche ore fa, invece, ho rivisto una vecchia amica della mia adolescenza, che non incontravo da oltre un decennio. Lei era in vacanza a Gozo, appunto, io in pausa tra una cosa e l’altra. Suo figlio Pietro, 8 anni, mi ha interrogato con la schiettezza semplice e disarmante dei bambini: ” perchè ti sei trasferita qui sull’isola?” -mi ha chiesto curioso.

Domanda legittimissima, eppure difficilissima. Perchè è difficile spiegare e riassumere in poche parole una rivoluzione. Ogni cambiamento è e deve essere rivoluzionario. Con tutto quello che comporta, e cioè gioie, dolori, fatiche, soddisfazioni, premi e rimpianti.

Non sono mai stata abitudinaria. Non ho mai pensato che sarei rimasta là dove la vita mi aveva temporaneamente messa. Non ho mai pensato che sarei invecchiata nella stessa via dove sono cresciuta, a pochi metri dai miei genitori. Non ho mai pensato, se devo essere onesta, che sarei invecchiata. Perchè quando si è impegnati a vivere, a realizzare i propri sogni, a crescere e trasformarsi, non c’è tempo per contare i minuti, per guardarsi allo specchio, per chiedersi se è troppo presto o troppo tardi. Si va, e basta. E non importa se sei twenty, thirty, forty o ninety. Sei quello che sei, e basta.

Ma spesso, caro Pietro, ci vuole una vita per capirlo. Dovrai compiere 10 volte 8 anni per saperlo. E anche tu, allora, non potrai più rispondere alle domande dirette. Perchè l’esistenza non corre via lungo una linea retta, ma si perde nel gioco dei ghirigori e dei grovigli che disegniamo.

E che sono talvolta molto glam.

«A 40 anni ho lasciato tutto: un lavoro, una carriera, una casa, una città, una relazione. E mi sono reinventata. A Gozo. Il mio prossimo sogno è un altro romanzo che, come “Quattro tazze di tempesta”, riesca a parlare all’anima delle donne per convincerle a non rinunciare mai ai propri desideri»

di Federica Brunini per Glam 40

1. Federica tu hai fatto una scelta di vita a 40 anni. Hai lasciato Milano e ti sei trasferita a Gozo

Ho lasciato un lavoro, una carriera, una casa, una città, una relazione. Per iniziare tutto quanto daccapo su quello che io chiamo affettuosamente “il mio scoglio”, ovvero l’isola di Gozo. Diciamo che mi sono trovata nel bel mezzo di una tempesta, che racconto in parte nel mio romanzo “Quattro tazze di tempesta” (Feltrinelli) e che mi ha portato qui. E qui ho trovato un altro lavoro, forse un’altra carriera, un’altra casa (più bella, con piscina e vista mare!), un villaggio, un grande amore.

2. La vita comincia a 40 anni?

No, la vita comincia ogni volta che decidi di metterti in gioco, di essere spietatamente sincera con te stessa e liberarti di quello che non ti appartiene. Quella donna che avevi deciso e programmato di essere a 20 anni, magari a 40 non ti piace più. Ed è necessario ammetterlo. E magari cambiare rotta, posto, o soltanto attitudine.

3. Any regrets?

Mi piacerebbe dirti di no, ma non è vero. I rimpianti sono inevitabili e, in fondo, apprezzabili. Ci danno la misura del coraggio con cui abbiamo affrontato tutti i bivi che la vita ci ha messo davanti. Fanno parte della nostra “mappa”: sono il viaggio che non abbiamo fatto, perché ne abbiamo fatto un altro.

4. Cosa hai imparato nei tuoi primi 40 anni?

Credo di aver vissuto i miei primi 40 anni visualizzando la vita come una linea retta, come un’infilata di cose, passi, storie che mi avrebbero portato là dove dovevo. Invece la vita è un cerchio. Anzi, una spirale. E il senso lo cogliamo soltanto quando siamo disposti ad arrivare o tornare al centro.

5. Sei giornalista, autrice e scrittrice. Come nascono le tue storie?

Soprattutto dagli incontri e dalle chiacchierate con gli uomini e le donne che incontro quotidianamente. Ogni loro racconto è per me un dono prezioso e una fonte di ispirazione. Il mio romanzo “Quattro tazze di tempesta” è il risultato dei tanti racconti che le mie amiche, negli anni, mi hanno permesso di raccogliere e diffondere.

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L’ultimo romanzo di Federica Brunini, “Quattro tazze di tempesta” (Feltrinelli editore).

6. Il tuo ultimo libro parla di un gruppo di amiche, cos’è l’amicizia a 40 anni

Le amiche e gli amici sono la famiglia che scegli. E come in ogni famiglia, ci sono alti e bassi. Ci sono momenti in cui ci si ama e altri in cui non ci si sopporta, momenti in cui si è intimi e vicini e altri in cui ci allontana. Ma gli amici sono i tuoi compagni di vita, sono i testimoni di ciò che sei e sei stato. Con loro, non puoi barare!

7. Se ti vedi allo specchio come ti vedi oggi?

Invecchiata fuori, ma molto più forte dentro. Per fortuna, lo sguardo è rimasto intatto, è ancora quello dei miei 10 anni.

8. Il tuo più importante segreto beauty? Sei anche insegnante di yoga. Quanto è importante lo yoga per una donna di 40 anni?

Non so se sono beautiful… però provo ogni giorno a mantenermi il più sana possibile con l’alimentazione: grandi centrifughe di frutta e verdura, niente proteine animali, niente farina e zucchero bianchi, tanti cereali. E poi sì, lo Yoga e soprattutto la meditazione. Anche quando gli impegni e le responsabilità si moltiplicano, non rinuncio ai miei 15 minuti quotidiani di silenzio per ascoltare il mio cuore e zittire la mia mente.

9. Sei buddista. Cosa significa la spiritualità per te?

È il filtro con cui guardo il mondo e me stessa. Ed è anche il motore che mi spinge a continuare a credere nei miei sogni e nei miei obiettivi anche quando la realtà sembra decisa a ostacolarli… È la mia marcia in più.

10. Il tuo prossimo sogno?

Un altro romanzo, che come “Quattro tazze di tempesta” (Feltrinelli), riesca a parlare all’anima delle donne e convincerle a non rinunciare mai ai propri desideri.