Grecia 2019, la guida da non perdere
Ogni viaggio comincia con un sogno. E, spesso, con l’acquisto di una guida. Almeno è così che faccio io. E non perchè le guide, spesso, le scrivo, ma perchè ogni partenza contiene in sè il senso e la magia della scoperta. Ogni viaggio è una caccia al tesoro, e, come tale, necessita di una mappa per orientarsi.
Con questo spirito, ho ideato e realizzato gli itinerari d’autore e i consigli per viaggiare al meglio nella nuova Guida Verde Grecia di Touring Club Italia. Con i “cugini” greci, del resto, “oltre ai meravigliosi tramonti sul Mediterraneo condividiamo l’orgogliosa affinità di un destino. Quello di un impero destinato a segnare il mondo e poi a disfarsi: il residuo di un’età dell’oro da cui discendiamo tutti”, scrivo infatti.
Tra Cicladi da esplorare day and night, il fascino senza tempo di Idra e l’allure social di Zante, sono andata alla ricerca degli angoli più suggestivi per me di un Paese che amo e che vorrei, ogni volta che ci torno, conoscere meglio.
Ad Atene, mi sono volutamente persa nel suo Triangolo, tra le imperiture testimonianze del passato e le novità del presente. Ma è nelle Piccole Cicladi che ho lasciato il cuore, su quella sedia dove anni fa ho incontrato l’uomo che, per molti isolani, oggi è ancora un mito.
Si chiamava Mitsos Skopelitis. E di lui vi racconto la sua storia.
Seconda isola a destra: la rotta del cuore di Mitsos Skopelitis
C’era una volta una manciata di piccole Cicladi che soffrivano di (i)solitudine, lontano com’erano dalle sorelle Amorgos e Naxos, più grandi e più battute dai turisti. E c’era una volta un capitano con la passione del violino che non aveva paura delle miglia, delle onde, dei venti, delle tempeste. Perché aveva cuore e aveva a cuore le necessità degli isolani: i suoi che, come lui, vivevano sull’isola di Amorgos, ma soprattutto i pochi abitanti di Donoussa, Koufonissi, Schinoussa e Iraklia, le quattro gemme nascoste nell’ultima tasca blu dell’Egeo. Lo rivedo come se fosse ieri – e forse è ancora lì, seduto lì nel bar di Katapola dove l’ho incontrato, sulla stessa sedia di paglia e legno rosso che spicca nel bianco abbacinante della stanza, nella luce del mezzogiorno. Accanto a lui c’è una tazza di caffè e davanti ai suoi occhi aperti, dietro gli occhiali scuri, il mare che ha attraversato migliaia di volte con una carezza o una sferzata della sua flotta, minuscola come le isole che voleva collegare.
Dimitri Skopelitis detto Mitsos non è una leggenda: lui e la sua storia appartengono alla cronaca e alla realtà del cerchio blu delle Cicladi. Quel cerchio (Cicladi deriva dal greco Κυκλάδες, traslitterato in Kykládes, per la loro disposizione ἐν κύκλῳ, en kýklo in circolo intorno a Delo), Mitsos ha contribuito ad allargarlo e a impreziosirlo, varando nel 1958 il suo primo caicco Panormitis lungo quella che diventerà ed è tuttora la ‘sua’ rotta: Amorgos-Donoussa-Koufonissi-Schinoussa-Iraklia-Naxos e ritorno. Quel caicco – e quelli che sono seguiti, sino all’unico traghetto attuale Express Skopetilis – era poco più di un guscio di legno e catrame ma, negli anni e nelle traversate, è diventato culla, letto, cuccia, magazzino, salotto, ospedale, dispensa, farmacia, ristorante, ufficio postale… È stata ed è la casa sull’acqua per chi, nelle onde, ha messo le radici. Perché Mitsos non ha trasportato persone e cose, ma vite: anzi, la vita stessa di un continente diffuso e sparso in tante scaglie di terra e roccia. Avanti e indietro per sei giorni alla settimana, d’estate come d’inverno, di giorno come di sera, Skopelitis ha accompagnato nascite e funerali, battesimi e matrimoni, compravendite ed eredità, amori e amicizie, separazioni e feste. Ha costruito un mondo sul mare, investendo la moneta corrente della solidarietà. E oggi i suoi figli e i suoi nipoti continuano la missione a bordo dell’Express Skopelitis che carica 340 persone e 11 auto al massimo (www.smallcycladeslines.gr/en/about-english/).
Nessun guadagno extra, solo il ricavo necessario a fare il pieno di olio, benzina e passeggeri per riprendere la strada: seconda isola a destra, quello è il cammino tondo delle piccole Cicladi. E di un piccolo grande uomo al quale è dedicata una canzone che ricorda: «Attraverso le onde bianche procede Panormitis e il capitano con un cuore è Scopelitis».
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