Il tempo che (ci) serve
Sono tornata a casa. Sì, dopo lungo e intenso viaggiare, sono tornata a casa e con l’intenzione di restare ferma, almeno con le gambe. Con la testa no, che quella è sempre in movimento e sempre mi e vi porta in giro. Come spesso dico, “la fantasia è il miglior tour operator”. Intanto ho scritto e pubblicato la guida viaggio che trovate in libreria per i tipi del Touring Club Italiano: è dedicata alla Grecia e io mi sono occupata dei Percorsi d’Autore, scrivendo della mia isola preferita -Hydra-, di Atene e della sua metamorfosi, di Maria Callas e del centenario dalla sua nascita, delle coincidenze e differenze tra Grecia e Italia, sorelle legate da un doppio destino, di Moni l’isola dei pavoni e altre curiosità, mete, riflessioni. A breve, ci sarà anche la mia amata Provenza e altre destinazioni.
Del resto, è tempo di pensare alle vacanze o almeno a qualche piccola e grande evasione estiva. Ci serve tempo per noi. È fondamentale. Che non è (solo) il tempo del divertimento. È il tempo per noi, di noi. Di stare anche seduti o sdraiati a non fare niente, di lasciar emergere pensieri, voglie, sensazioni. Senza sensi di colpa. Il mondo può fare a meno di noi per qualche giorno, ma noi no. Abbiamo il dovere di ascoltarci e chiederci come stiamo e come vogliamo impiegare il nostro tempo. Con un viaggio? Una nuotata? Una cena? Una dormita? Tutte queste cose insieme?
Mentre procedo con il nuovo romanzo e insieme curo il mio terrazzo, mi dico che il tempo serve: serve alle piante per crescere, alle parole per sgorgare, alle persone per diventare quello che sono destinate ad essere, anche se hanno provato ad essere tante altre, alla vita per comporsi, scomporsi e ricomporsi ancora. Serve cura.
Qualche giorno fa ho raccontato alla collega Rosi Brandi la mia storia, come e quando sono diventata scrittrice, giornalista e Royal Watcher, nonostante: nonostante i dubbi, le critiche, gli ostacoli, le fermate d’arresto, le cattiverie e le discriminazioni subite, il carattere, il contesto… Insomma, nonostante gli altri. E forse la risposta -la mia almeno-sta nel tenere fede a se stessi e al proprio percorso, no matter what. Non so se avete visto il fim The Swimmers, Le nuotatrici, dedicato appunto a due nuotatrici fuggite alla guerra e alla violenza della Siria per approdare in Europa. Una delle due realizza il suo sogno ripetendosi, come un mantra, più o meno le parole “trova la tua corsia, seguila. Trova il tuo ritmo, vai avanti”.
Ecco, troviamo il nostro ritmo e la nostra corsia. Andiamo avanti. Continuiamo a respirare, a stare a galla, a fare una o più bracciate verso ciò che è importante per noi. Ancora.
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