In pace

“Ci sentiamo tutti impotenti, in questi giorni, ma non lo siamo. Non combattiamo (per fortuna), non comandiamo e non tutti facciamo i reporter. Ma possiamo tutti essere testimoni del presente e portatori di futuro. La pace si vince restando umani e connessi”, scrivevo qualche giorno fa sui social, nel tentativo di sentirmi parte attiva e operativa in questo drammatico scenario del conflitto -anzi, dell’invasione di Putin in Ucraina.

Oggi tento di scrivervi mentre sono in corso colloqui e trattative tra le più difficili e delicate, ma il mio pensiero resta là, tra gli sfollati e i soldati, tra persone che, come me e voi, solo una settimana fa stavano pranzando con la famiglia o con gli amici, lavorando e salutando i colleghi, programmando vacanze e weekend, o soltanto un cinema e un aperitivo, e magari stavano mettendo insieme un libro, un articolo, un vestito, o la piega dal parrucchiere, o andando in palestra e a prendere i bambini a scuola. Insomma, stavano vivendo la loro vita, proprio come noi. Ma poi tutto è cambiato, per loro ma anche per noi. Non so come sia stato per voi che mi leggete: io ho pianto, e poi ho annullato gli impegni della serata e del fine settimana. E che fastidio i post dalle sfilate di moda (e grazie Giorgio Armani, che unico hai sfilato senza musica, in segno di rispetto per il dolore e la disperazione degli Ucraini), le solite foto social delle cene, dei gattini, dell’ultimo paio di scarpe.

Perché mai come oggi sappiamo che siamo tutti collegati e che quello che accade di là, in una parte più o meno remota e più o meno conosciuta del mondo, accade anche qua. Ci ferisce come esseri umani. Un solo albero, mille foglie recita un proverbio giapponese: siamo tutti foglie dello stesso albero. Se una cade, ne soffriamo tutte.

Per questo ieri ho parlato a lungo con Barbara, la nostra travel agent, che ha preparato per noi tutti un fantastico programma per un viaggio insieme in Provenza, sulle tracce di #quattrotazzeditempesta, il prossimo mese di maggio.

Le ho detto che non me la sentivo di promuoverlo, che non potevo pensare a una vacanza mentre infuria la guerra.

Ma se aspettiamo, mi ha risposto lei, poi sarà troppo tardi per organizzare. Così, stamattina mi sono detta che avrei condiviso con voi queste mie perplessità e sentimenti, perché in fondo è quello che ho sempre fatto qui, in queste nostre newsletter. Abbiamo sempre dialogato. Facciamolo ora più che mai. E, se siete interessate al viaggio e vi pare opportuno iniziare in ogni caso a pianificarlo, scrivete a Barbara alla mail info@charumati.it per informazioni e dettagli.

Nel mio piccolo, io sto facendo quello che posso e cioè stare dalla parte della pace, della luce, della speranza. Gli esseri umani sono capaci di essere la versione migliore di se stessi, e magari proprio questa guerra disgraziata ne sarà la prova.

Il 18 marzo sarò alla Biblioteca Carlo Cocquio di Cantello (Va) a parlarvi di scrittura e de #lacirconferenzadellalba e, come sempre, potete seguirmi sui miei canali social FB e IG. Mi auguro che, ora di allora, saremo tutti sereni e in pace.

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