L’anima del corpo

Nulla accade per caso. E, se siete tra i miei lettori e le mie lettrici, lo sapete bene. Così, in un pomeriggio di lockdown -uno di quelli lenti, che sembravano non passare mai- io e l’amica Betty Colombo, una dei top fotografi in Italia, testimonial Canon e ambassador di Save the Planet e, più di tutto, cuore impavido e grandissimo, ci siamo fatte quattro chiacchiere.

Lei mi ha raccontato quanto si fosse appassionata a un progetto, ovvero raccontare la straordinaria meraviglia del corpo umano femminile, fotografandone gli organi come gioielli preziosi, frammenti di quel motore che chiamiamo vita e ci portiamo tutte dentro: un tesoro di cui ignoriamo spesso la bellezza, la magia, la complessità e soprattutto la natura (peso, dimensioni, forme, misure).

Con il team dell’ospedale San Luca di Lucca, tutto composto da donne, Betty ha esplorato con i suoi occhi prima e poi con i suoi obiettivi fotografici la danza maestosa, armonica e straniante della vita che ci dà forma e sostanza, e ci fa esseri viventi.

E io ho trovato le parole per dirlo. Il titolo, e forse qualcosa di più: L’anima del corpo, perché, come spesso sostengo ispirandomi alla tradizione yogica, non è il corpo a contenere e possedere l’anima. Al contrario, è la nostra anima che si dota di un corpo per fare esperienza “materiale” nel mondo.

Infatti, a osservare le fotografie di Betty Colombo in mostra alla Crumb Gallery di Firenze, i suoi “soggetti” fluttuano nel nulla di uno sfondo nero, e sembrano ora fiori carnosi dalle forme strambe, ora pietre grezze appena cavate dalla profondità della terra, ora strane suppellettili di società ormai scomparse o forse solo molto lontane. Sono scatti eleganti, armonici, quasi glamour, come è nello stile di Betty, che riesce sempre a cogliere del mondo l’aspetto più profondo, nascosto, spesso anche indicibile. E a offrirlo ad altri sguardi mettendone in luce le qualità che, fermi alla superficie, in pochi sarebbero riusciti a cogliere. Un indicibile raccontato con, appunto, armonica eleganza.

Nei suoi scatti, si colgono i particolari di parti che non si dovrebbero e potrebbero vedere mai. Anche perché la morte è qualcosa di osceno, da rinchiudere tra le mani di medici per non saperne, se non per il tempo necessario, assolutamente più nulla. Fotografare organi interni significa dunque fotografare la morte, metterla in mostra, allontanare la paura, e c’è una delicata poetica in tutto questo: “Regalare vita eterna a parti del corpo di una persona che no vive più”, come dice l’artista. E raccontare la differenza interna di noi. “Abbiamo la convinzione di essere, dentro, tutti uguali” spiega Colombo. “Ma invece no, non è così: siamo tutti differenti con organi molto differenti. Ho visto il fegato di una donna grandissimo, tutto rosso, pieno di puntini arancioni. Un’altra donna aveva il fegato come di fiaba: viola unicorno. I nostri organi riflettono la nostra vita, i nostri pensieri, il nostro andare per il mondo, il nostro sesso, e si modificano accompagnando quello che viviamo”.

Siamo anima, siamo corpo. Siamo tutto. Sempre.

L’anima del corpo

Info: fino 10 Luglio 2021

FIRENZE

LUOGO: Crumb Gallery

INDIRIZZO: Via San Gallo 191 rosso

COSTO DEL BIGLIETTO: Per visitare la mostra è consigliato prenotare al numero 347 3681894

E-MAIL INFO: crumbgalleryfi@gmail.com

SITO UFFICIALE: http://www.crumbgallery.com

Non è il corpo a contenere l’anima, ma l’anima il corpo
Federica Brunini

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