Quello che gli uomini non dicono
Da secoli le donne leggono i romanzi degli uomini. Ma gli uomini leggono quelli delle donne? chiede il giornalista e critico letterario Michele Lauro. E, da bravo lettore, risponde con questa inaspettata recensione di Quattro tazze di tempesta. Voglio condividerla con voi. Perchè rivela molto di noi (le donne), ma anche di loro (gli uomini).
Scrive Lauro: “Eccome se li leggono, pensiamo fra i mille esempi a Elena Ferrante, Arundhati Roy, Alice Munro, Annie Ernaux. In Quattro tazze di tempesta Federica Brunini aggiorna L’invenzione delle personagge – secondo la felice definizione di una raccolta di saggi curata da Bia Sarasini, Roberta Mazzanti e Silvia Neonato – all’immaginario femminile contemporaneo. La vedovanza, la rinuncia alla maternità e i suoi costi, l’amore fra donne, l’amore per uomini più giovani. Le (anti)eroine di questo libro sono delicatamente sbozzate nel calco di antiche consapevolezze e nuove fragilità, in bilico tra sogni e bisogni, ambizioni e rimorsi, desideri e rimpianti. Donne in transito alla boa dei quaranta. Donne borghesi, di buona cultura e idee progressiste.
Che ne sappiamo veramente dell’età di passaggio, della lotta coi tabù alimentati dalla società dei consumi? A questi prototipi Brunini regala un soffio di vita cogliendoli nell’istante che prelude, forse, al cambiamento. Spogliando le sue donne, con momentanea chiaroveggenza, della maschera esteriore per raccontarle attraverso le debolezze”.
E ancora: “Il ciglio che separa l’accettazione dal cambiamento smorza la tempesta in una più tollerabile bassa pressione. Perché nel bilancio dell’esistenza le tempeste possono essere una maledizione o un’occasione, non c’è regola in questo gioco. Vince chi non ha paura di perdere, dice Chantal. “Io ho una paura fottuta”, risponde l’amica. “Anch’io…” La cosa bella è uscire dalla storia con una visione del mondo e delle relazioni completamente priva di giudizio. Far proprie anche le oscurità del sé, esibire le cicatrici con fierezza. In ogni stagione della vita, suggerisce Federica Brunini, si può. Sotto questo punto di vista, come strilla il blurb, Quattro tazze di tempesta è un libro che mi ha fatto felice”.
E questa recensione fa felice me. Perchè è bello capirsi. Bastano le parole giuste. Quelle di chi non teme i sentimenti.
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