La regina infinita

Elisabetta d’Inghilterra è stata incoronata il 6 febbraio di 70 anni fa e sarà festeggiata per mesi con eventi e parate. E anche se il Giubileo di Platino arriva proprio mentre il figlio Andrea è travolto dallo scandalo, la sovrana vuole dimostrare che la monarchia è ancora amata. E lei pure

Ve lo racconto qui e sulle pagine di Grazia.

Settant’anni di regno in novantacinque di età: Elisabetta II, la sovrana più longeva d’Inghilterra e la prima donna nel mondo a regnare così a lungo, si prepara dal 6 febbraio a festeggiare il suo Platinum Jubilee, il Giubileo di Platino, battendo la sua ava, la regina Vittoria, che restò sul trono “soltanto” sessantatré anni e duecentosedici giorni.

E lo fa a Sandringham, nel cottage-covo di Wood Farm tanto amato dal marito Philip (1921-2021), dove è stata paparazzata alla guida della sua Range Rover, a conferma che gode di buona salute e non teme la crisi del sett(antesim)o anno.

Coadiuvata dal figlio Charles, ma soprattutto da Kate e William, Her Majesty non ha intenzione di abdicare ai propri impegni royal, anzi intende personalmente traghettare la sua monarchia tra gli scogli del presente per il futuro dell’Inghilterra e della Royal Family, a cominciare dalle drammatiche accuse al principe Andrew di aggressione sessuale sulla minorenne Virginia Giuffre nel caso Epstein, fino alle voci su una biografia al veleno che il nipote Harry, dalla California, sarebbe pronto a pubblicare al termine del Platinum Jubilee.

Del resto, in questi sette decenni la regina ha incaricato quattordici Primi Ministri -da Winston Churchill a Boris Johnson-incontrato tredici presidenti Usa -da Harry Truman a John Biden, con l’eccezione di Lyndon Johnson- cinque papi e migliaia tra capi di stato e personaggi. E ha mandato avanti la famiglia, detta The Firm, l’azienda: novantaquattro anni di matrimonio, quattro figli, otto nipoti, undici pronipoti e una trentina di corgies, i cani che ha sempre amato.

Sotto e al di là dei numeri ufficiali, c’è la donna che è diventata l’icona coronata e cotonata capace di segnare il XX secolo e pure il XXI.

Con i suoi golfini color pastello e i suoi immancabili tre fili di perle, the Queen incarna il compendio vivente della storia contemporanea. È un mito in progress che dal 1952 domina sul suo Paese e sulle cronache di tutto il mondo, con un’esposizione mediatica che non ha pari e non li avrà in questo 2022 che marca il primo Platinum Jubilee della monarchia inglese e culminerà nel long week-end festivo dal 2 al 5 giugno.

Mentre sono già in corso la Pudding Competition, la gara per ideare la nuova ricetta per il tradizionale budino inglese dedicato a Sua Maestà che finirà sulle tavole degli oltre duecentomila street party del pranzo del Giubileo, e la Queen’s Green Canopy, l’iniziativa green che invita tutti a piantare un albero per la regina (finora ne sono stati già piantati più di 60.000, ndr), si prevede il tutto esaurito per il Platinum Concert e la parata Trooping the Colour -oltre 1400 soldati, 200 cavalli, 400 musicisti e l’atteso sorvolo della Royal Air Force sopra Buckingham Palace-e l’accensione dei 1500 fari nel regno Unito e nelle capitali dei Paesi membri del Commonwealth.

Infine, l’installazione River of Hope, un fiume di 200 bandiere di seta che sfileranno dal centro di Londra fino a corte. L’attesa è grande: l’affetto e il supporto per The Queen è cresciuto di pari passo con la sua età e il suo ascendente, e anche tra i sudditi più giovani, da lei ascoltati e appoggiati in particolare sulle istanze del cambiamento climatico. Non per niente il merchandising si è messo in moto e in mostra. Il sito www.royalcollectionshop.co.uk, che riunisce i gift shops delle residenze reali, propone i souvenir del Platinum Jubilee, e le tante “case” della regina sono pronte ad aprire ai milioni di visitatori. God Save the Queen, o forse no: tanto si salva da sola. Da settant’anni.

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