Singolare femminile
Un bel romanzo, gradevole, tutto al femminile. Così scrive Laura Bassutti, lettrice e blogger appassionata di libri e parole.
Mi ha contatta su Facebook dopo avermi letta, e ora mi riserva questa recensione e questa intervista. Grazie Laura e Buona lettura!
La storia di quattro donne profondamente diverse fra loro, della loro vita e della loro amicizia: un’amicizia autentica, profonda che ha i suoi rituali fissi, le sue date da rispettare (per esempio l’incontro annuale per il compleanno di Viola), che sembra destinata a continuare immutabile, inalterabile… fino a che, proprio durante la festa di compleanno di Viola, quel sentimento profondo che unisce le protagoniste, verrà travolto dalla tempesta che è, in definitiva, la vita di ciascuna delle quattro con le sue svolte inattese, a volte drammatiche e crudeli, i sogni coltivati e non realizzati, i segreti mai svelati e così grevi, le ambizioni deluse, le frustrazioni e le nevrosi mai del tutto dominate.
Una tempesta che rischia di far vacillare e forse far svanire irrimediabilmente quell’unione così forte ma che si trasformerà in una nuova possibilità, un nuovo incontro, una nuova sintonia fra le protagoniste che saranno ancora una volta insieme, sempre uguali e fedeli a se stesse ma, inevitabilmente, anche profondamente diverse.
Rinnovate Viola e le sue amiche, ritroveranno sé stesse e perderanno forse qualcosa, in un percorso che Federica Brunini narra con sensibilità, garbo e allegria, regalandoci una vicenda allo stesso tempo lieve e intensa.
Come l’amicizia fra donne.
Come una buona tazza di the bevuta in compagnia delle amiche di sempre.
Come perché nasce Federica scrittrice? Che motivazioni, esigenze ti hanno avvicinata alla scrittura?
Fin da bambina, sono sempre stata affascinata dalla lettura e di conseguenza dalla scrittura. A quattro anni ho letto il mio primo libro da sola (grazie a mia madre, insegnante) e a sette già battevo sui tasti di una macchina da scrivere per fare quello che allora consideravo il mio giornale!
Come è nata l’dea di Quattro tazze di tempesta? C’è nel romanzo qualcosa della tua vita e di Federica in qualcuna delle protagoniste?
L’idea mi frullava in testa da un po’. Anzi, le idee. Volevo raccontare la mia generazione, le quarantenni di oggi, anche a costo di mettere qualche dito nella piaga… E poi avevo voglia di analizzare l’amore a quarant’anni, la felicità. Capire cosa di perde e cosa si guadagna con il passare degli anni. Ed esplorare il mondo del tè, che amo molto. C’è un po’ di me in tutte “le ragazze”. Non avrei potuto crearle, altrimenti.
Dal tuo romanzo, si ha la sensazione che tu creda profondamente nell’amicizia, un sentimento che riesce a resistere in Quattro tazze di tempesta, a prove difficili e intense, che forse dura di più dell’amore…
Credo che gli amici, in questo caso le amiche, siano la famiglia che ci costruiamo nel corso degli anni. Quella che scegliamo, dove non contano i legami di sangue ma le affinità. In questo senso, ci credo e credo valga la pena investirci tempo e affetto. I nostri amici sono i migliori testimoni della nostra esistenza.
Credi che esista una differenza fra l’amicizia che lega fra loro delle donne e quella al maschile? E fra uomo e donna può esistere solo amicizia?
L’amicizia è un valore fondamentale sia per gli uomini che per le donne. Probabilmente viene vissuta e attivata in modo diverso, ma altrettanto importante. Quanto all’amicizia tra uomo e donna, esiste eccome. Magari alla fine di una relazione, quando al setaccio della passione, resistono appunto solo l’amicizia e l’affetto.
Viola, la protagonista, si rifugia a la Calmette per sfuggire a una realtà di sofferenza ma i fantasmi del suo dolore la accompagnano comunque… la fuga è una possibile soluzione? Un nuovo inizio?
Possiamo sbarcare su tante isole e spiagge differenti, ma non potremo mai sbarcare da noi stessi, temo. Ciononostante, da brava travelterapista che ha fondato la Travel Therapy in Italia (http://www.emmabooks.com/index.php/2016/06/travel-therapy-di-federica-brunini/) , credo che i viaggi aiutino a resettare le nostre vite quando vanno in panne. Sono terapeutici, ma non risolutivi. La vera fuga inizia con un passo dentro noi stessi, non fuori da noi stessi.
Di che cosa si occupa Federica quando non scrive?
Di tante cose insieme perché non so stare ferma. E molte si basano sulla scrittura: guide di viaggio, articoli, reportage. E poi Yoga, fotografía, viaggi. E la mia agenzia di PR, nonchè il mio blog www.federicabrunini.com
Che percorso ti ha portata a pubblicare i tuoi lavori con una CE importante? Hai qualche consiglio per gli autori che vorrebbero veder pubblicato un loro manoscritto?
Il mio percorso è iniziato qualche anno fa. Prima di pubblicare con Feltrinelli, ho pubblicato con Giunti, con Sonzogno, e con editori minori. Fondamentale, per me, è stato trovare una brava agente letteraria (Maria Paola Romeo, di Grandi & Associati), che mi ha seguito di pubblicazione in pubblicazione. Il mio consiglio è di…scrivere. E di affidarsi all’agente letterario giusto. E poi, di non arrendersi mai davanti a un no.
La tua opinione riguardo al self – publishing.
Trovo entusiasmante la possibilità di fare self-publishing, ma ritengo che funzioni su un mercato grande come quello anglosassone. In Italia, il fenomeno è ridotto. E ridotti sono anche i risvolti e le chance di essere letti. Funziona se scrivi in Inglese. E se hai un profilo social così convincente da spingere i tuoi follower a comprarti.
Che progetti futuri ha Federica autrice?
Per un momento ho letto attrice…invece di autrice…ahahahah! Sono in un periodo (l’ennesimo) di trasformazione, mi è difficile pianificare. Sicuramente mi rimetterò a scrivere presto. Ancora una volta di donne.
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