Tutti i Weinstein della nostra vita
Ieri mattina, mi sono infilata le mie cuffie wireless, le ho collegate al mio iPhone, e sono andata a correre sul lungomare di Sliema.
Tra le canzoni, è spuntata Sally di Vasco Rossi, cantata da non so chi all’ultimo X Factor. Da brividi, diceva il link a cui il telefono –e le cuffie-si sono collegate. Vero. L’interpretazione di Rita Bellanza mette davvero i brividi. E la pelle d’oca mi è spuntata, nonostante fuori ci fosse il sole, la temperatura segnasse gli oltre 25 gradi, e io fossi in maglietta.
In un momento, le parole di Sally sono diventate le mie e quelle di tante altre donne con le quali, in questi giorni, abbiamo discusso del caso Weinstein. Come sei di Weinstein ce ne fosse uno soltanto. Come se non ne fosse pieno il mondo, il nostro mondo. E le nostre vite. E non importa quanti anni hai, quanto sei bella o appariscente. Non contano le tue misure di seno, vita, capelli e altezza. Conta soltanto una cosa: che sei donna. E che un uomo, possa, in tante-troppe-occasioni sentirsi in diritto di misurarti. E di darti un valore: quello del suo desiderio.
Sono stata una ragazza e poi una donna poco incline alla civetteria, molto più a pensare che in fondo siamo tutti uguali, non importa cos’hai in mezzo alle gambe.
E invece no. Perché, secondo i piccoli Weinstein di tutto il mondo, non siamo tutti uguali. Loro sono maschi. E tu sei femmina.
Quindi, è “normale” che loro ti si struscino un po’ addosso in redazione, e magari ti bacino sul collo mentre tu scrivi un pezzo e ci metti tutta la tua vita e la tua ambizione in quell’articolo. E ti chiamano “piccolina, coniglietto, bambina” e dovresti anche sorridere, magari ringraziare.
Poi ti dicono che nella vita non devi avere limiti, per riuscire nel mestiere di giornalista. E capisci subito dopo quale sia il limite. Te ne vai, chè con la tua coscienza ci devi fare i conti, ma in fondo devi farli anche con i tuoi sogni e per un attimo vorresti fosse possibile dare credito all’una e all’altra. Ma non puoi, perché sei una femmina.
Qualcuno, più ignorante di altri, di dirà che, per riuscire, devi avere “tenacitezza”. E ti sconvolgi due volte, per le molestie e perché lui, direttore di una rete tv nazionale, manco sa parlare italiano.
Scoppierai a ridere, per non piangere. E perché da qualche parte hai letto che, se ridi, gli si ammoscerà l’erezione.
A te, invece, si sono già ammosciati i sogni e la realtà, gli obiettivi e le speranze.
E camminerai come Sally, a testa bassa e con la rabbia dentro.
Sally cammina per la strada senza nemmeno
guardare per terra
Sally è una donna che non ha più voglia
di fare la guerra
Sally ha patito troppo
Sally ha già visto che cosa
ti può crollare addosso
Sally è già stata punita
per ogni sua distrazione, debolezza
per ogni candida carezza
tanto per non sentire l’amarezza
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