Vinitaly 2019: il vino è giovane e donna
Otto vini creati da vignaiole under 40: per le Donne del Vino, Vinitaly 2019 si apre così, con i vini rivoluzionari delle giovani produttrici. L’assaggio sarà guidato da Ian D’Agata, Senior Editor Vinous e autore di Native Wine Grapes of Italy, l’ unico libro scritto da un italiano ad avere vinto il premio Louis Roederer International Wine Awards Book of the Year.
«La nostra è una rivoluzione», dice Donatella Cinelli Colombini, presidente nazionale delle Donne del Vino, «capace di mostrare lo straordinario contributo di valori, creatività e talento apportato dalla nuova generazione dell’enologia italiana. Vini di professioniste sotto i 40 anni di età, nati in zone molto diverse d’Italia, mostrano le scelte coraggiose di giovani donne che, con la loro vicenda personale e le loro scelte enologiche, stanno puntando veramente in alto. Alcuni di questi vini hanno già raggiunto il successo, altri stanno creando delle autentiche tendenze e in certi casi sono delle sorprendenti rivelazioni».
Le giovani vignaiole, molte già intervistate qui sul blog -cercatele nella sezione Eat– sono: Maria Vittoria Maculan di Maculan (Veneto), Benigna Sorrentino di Sorrentino Vini, Serena Darini di Cantina Colognola Tenuta Musone (Marche), Silvia Mandini, di Mossi 1558 (Emilia Romagna), Elisabetta Pala di Mora&Memo (Sardegna), Giovanna Caruso di Caruso & Minini (Sicilia), Elena Fucci, dell’Azienda Agricola Elena Fucci (Basilicata), Elisabetta Donati dell’Azienda Agricola Donati Marco (Trentino Alto Adige).
Le giovani inaugurano la quattro giorni veronese, dal 7 al 10 aprile, con un programma fitto per l’Associazione nazionale. Quest’anno le delegazioni regionali protagoniste sono Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Lazio e Marche. A loro il compito di sviluppare il tema dell’anno 2019 Donne vino e design attraverso conferenze e incontri durante la fiera.
Alla festa di conclusione di Vinitaly, al Palazzo della Gran Guardia mercoledì 10 aprile, la squadra di Donne del Vino coordinate da Cinzia Mattioli servirà bottiglie di tutta Italia in uno spettacolare banco d’assaggio con oltre cento etichette. Massimilla di Serego Alighieri e Mariangela Bonfanti presentano la serata e la premiazione dei migliori progetti sul tema Donne vino e design. La creatività femminile che rivoluziona il look dell’enologia e l’arricchisce di nuovi significati. Cantine, etichette, packaging, accessori mostrano i tratti di un cambiamento che ha nelle donne consumatrici, produttrici e addette alle vendite, il maggior motore propulsivo.
Nell’agricoltura italiana, secondo gli ultimi dati Censis, le donne a capo di aziende agricole coltivano il 21% del SAU – Superficie agricola utilizzabile ma producono il 28% del PIL agricolo. Dal 2003 al 2017 le donne manager rurali sono cresciute del 2,3% – unico comparto economico tradizionale con questa variazione positiva- portando un pensiero differente e orientato all’accoglienza e alla diversificazione. Un rinnovamento che ha contribuito (un “malting pot” insieme alla crescita di stranieri e tecnologia) in modo positivo alla crescita dell’intero settore.
Roberta Garibaldi, nel 2° Rapporto sul turismo enogastronomico in Italia 2019, evidenzia come nel turismo enogastronomico emergono piccole differenze di genere: così nel turismo del vino prevalgono gli uomini (40,3%-38%), stessa situazione negli eventi e festival a tema vino. Fra le attività associate all’enoturismo le donne prediligono la cultura (84%) e gli uomini l’attività fisica (35%). Entrambi vanno volentieri nei distretti enologici con il partner, ma poi il gentil sesso è il più attratto dei due dall’assaggio del vino locale (46%) e dallo shopping per portare un ricordo goloso ad amici e parenti.
Interessante anche il rapporto di Wine Intelligent 2019 sugli acquisti del vino: le donne sono più attente degli uomini al rispetto della natura e all’etica con cui un vino è prodotto (53%). Sono meno influenzate dai critici e più dagli amici ma spendono meno dei maschi. Sempre Wine intelligence 2019, sfata un mito sul rosato: non è un vino da donne, tanto che in Australia, Cina (59%) e soprattutto in Giappone (62%) è consumato prevalentemente dai maschi.
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