Harry, il principe degli elefanti
Su Grazia in edicola questa settimana, racconto la nuova mission del principe Harry, impegnato a combattere i cacciatori di frodo in Africa e a salvare le specie in via di estinzione. Soprattutto, racconto il suo amore per il continente nero che lo ha stregato fin da bambino. E le ha portato dritto dritto nelle braccia di Meghan…
Niente vacanze, quest’anno, per Harry d’Inghilterra. Dopo il matrimonio hollywoodiano con la sua Meghan, la romantica luna di miele in Canada, e qualche fugace apparizione agli eventi più mondani della stagione -Ascot in testa- il rampollo di casa Windsor non ha perso tempo e si è messo subito al lavoro, là dove si sente davvero un re: in Africa.
Pochi giorni fa, infatti, ha inaugurato la nuova reception del Phelisanong Children’s Centre di Pitseng, in Lesotho, dove lui stesso ha fondato nel 2006 la sua ONG Sentebale – il cui nome significa “Non dimenticarmi” – per aiutare i bambini che soffrono di AIDS. A rivelarlo, una foto postata sulla pagina Facebook del Children’s Centre, accompagnata da un’ironica didascalia: “da sin., Adam Bidwell (ambasciatore di Sentebale, ndr) e un tipo con i capelli rossi inaugurano la sala”. Il tipo con i capelli rossi è lui, Harry, principe due volte innamorato: di Meghan Markle, sua moglie, e del continente nero.
Sono tanti infatti i progetti in Africa di cui è sponsor, patrono e presidente. E tutti hanno uno scopo benefico, dalla salvaguardia degli animali alla conservazione delle riserve, sino alla protezione delle vite dei più indifesi, prima di tutto i bambini.
Già nel 2003, a diciannove anni, aveva trascorso il suo anno sabbatico nel poverissimo Lesotho, uno tra i paesi con il più alto tasso di AIDS nel mondo. E qui, insieme all’amico fraterno Seeiso, principe del Lesotho, anch’egli orfano di madre, aveva fondato la sua Sentebale, tuttora attivissima. Si calcola che, dal 2006 a oggi, l’associazione abbia aiutato oltre ventimila persone, tra cui Mutsu Potsane, il bambino che allora Harry prese sotto la sua ala e che, lo scorso maggio, ormai maggiorenne, ha partecipato alle nozze reali a Windsor.
In seguito, ci sono state altre tappe africane e altre lotte nella vita di Harry: Botswana, Malawi, Sudafrica, Ciad… Nel 2016, in particolare, la “pecora rossa” di Buckingham Palace si è rivelata un vero leone in Malawi, dove ha partecipato in prima linea alla più grande trasmigrazione guidata di elefanti, rinoceronti, antilopi e zebre minacciati dai cacciatori di frodo, sotto l’egida di African Parks, la ONG che, con oltre mille rangers, gestisce 15 riserve in Africa –circa 105 mila metri quadrati- e che, lo scorso dicembre 2017, ha nominato presidente proprio il principe.
La ONG con sede a Johannesburg, già riconosciuta da Unione Europea e Usaid (l’agenzia di cooperazione statunitense, ndr) è inoltre autorizzata a sparare ai bracconieri colti in flagranza, riducendo il rischio che gli animali, in particolare gli elefanti per l’avorio, vengano decimati dai gruppi armati di varie etnie e nazionalità che finanziano così le proprie attività illecite.
Il principe nonché duca di Sussex ha colto con entusiasmo l’opportunità di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema e contribuire, economicamente e con la sua immagine, alla salvaguardia di specie altrimenti in via d’estinzione. Nonostante una lieve flessione negli ultimi mesi, infatti, lo sterminio di elefanti e rinoceronti continua. E nemmeno i felini se la passano bene: dal 1993, il loro numero si è ridotto del 40% in Africa, e l’International Union for Conservation of Nature stima che non ne restino più di ventimila in tutto il continente e, in sedici stati africani su 54, sono già drammaticamente scomparsi del tutto.
Ma Harry, dell’Africa, non ama soltanto le sue creature più selvagge. Ama la gente, i paesaggi, i ritmi, la lingua. Insomma, il cosiddetto “mal d’Africa” a lui fa bene. In passato, è stata l’Africa a lenire il suo dolore più grande, quello per la perdita della madre Diana, nel tragico incidente d’auto sotto il ponte parigino de l’Alma nell’agosto del 1997. Due mesi dopo, suo padre Charles lo portò con sé in un viaggio in Sudafrica, dove incontrarono Nelson Mandela e le Spice Girls all’apice del loro successo, e dove Harry sperimentò, per la prima volta, l’emozione adrenalinica di un safari. Aveva tredici anni e un macigno nel cuore, ma fu l’inizio di una lunga storia d’amore, nella quale ha poi coinvolto il fratello William e le sue fidanzatine. Prima della Markle aveva invitato in Botswana, sua meta preferita, la presentatrice tv Natalie Pinkham, Chelsy Davy (nata in Zimbawe) e l’attrice Cressida Bonas. Secondo il biografo Penny Junor, “L’Africa è il Paese dove il principe Harry può essere davvero se stesso. Descrive il Botswana come la sua seconda casa. Lì è semplicemente Harry”.
E lì ha messo alla prova anche l’attrice di Suits, ora diventata la sua consorte. Nell’agosto del 2016, infatti, poche settimane dopo il loro primo incontro combinato a Londra da amici comuni, i due si diedero appuntamento a Johannesburg. Dopo un movimentato spostamento a bordo di un 4X4, arrivarono al campo tendato di Meno a Kwena o “dente di coccodrillo” in Botswana, tra il fiume Boteti, stelle e natura. Anche in quel caso, fu l’inizio di un’appassionata love story, coronata da un anello di fidanzamento con tre diamanti, il più grande dei quali, quello centrale, proviene…dal Botswana.
L’Africa, del resto, è sempre stata un territorio magico per i membri della Royal Family. Durante una vacanza in Kenya, la principessa Elisabetta scoprì di essere diventata regina; sempre in Kenya, il principe William ha chiesto la mano di Kate durante un safari; il Sudafrica, infine, aveva un posto speciale nel cuore della principessa Diana, sostenitrice e amica di Nelson Mandela.
Da parte sua, Meghan Markle ha svolto le sue prime missioni di ambasciatrice umanitaria per la ONG americana World Vision proprio nel continente africano, in Rwanda. Destino? Sembrerebbe proprio di sì. Perché non tutti i mali (d’Africa) vengono per nuocere.
Seguimi